Lettera #4

2018

Eravamo rimasti qui.
Sei anni fa che sembrano centomila.

Cerco di farla breve: 
mi ero mollata con quello che credevo fosse lui 
ero in procinto di finire i miei studi all'Accademia di Comics
mi sarebbe scaduto il contratto di lavoro 

perciò ho deciso di risolvere una questione con tanti giorni come me:
di dove sono? 

Sì perché io italiana non lo sono, ma non posso nemmeno dire di essere argentina. 
Perciò sono fuggita (o sfuggita) dalla sensazione di non avere più niente e sono finita dall’altra parte del mondo dove non avevo comunque niente ma c’era la mia famiglia. 

 


Spoiler: qui avevo un sacco di cose. Ma te ne accorgi sempre dopo, quando incontri davvero il niente.

Un’amica aveva un profilo anonimo di poesie e io -dopo aver avuto per poco e con poco successo un blog di scrittura- ne volevo uno (ovviamente anonimo, che vergogna!) in cui disegnare e scrivere senza paura che mi mancava Fabio, che avevo scoperto che a 22 anni non esistono certezze e che mi sentivo una vagabonda nel mondo. Quello reale fatto di strade e palazzi, ma anche quello ben più grande fatto di persone, emozioni, appartenenze.

Così, un caldissimo pomeriggio di gennaio, nell'unica stanza valida del mio bilocale, ho deciso di aprire un profilo instagram.

Che fosse mio, che parlasse di me, di quello che sentivo dentro, ma senza essere chiaramente mio. 
C'era bisogno di qualcosa che mi rappresentasse a pieno senza rendermi facilmente riconoscibile. Non ricordo molto, sicuramente le mie amiche sono complici, ma quando è arrivato alle mie orecchie ho capito subito che sarebbe stato lui.

CUORE GRANDE 

Long story short: sono tornata in Italia.
Non da perdente, nè da vincente. Il mio viaggio, che forse in partenza non aveva uno scopo -o ne aveva uno debole- quando sono tornata ne aveva magicamente raggiunti migliaia. Al mio ritorno alcune persone c’erano ancora, ho ripreso alcune vecchie dinamiche, ne ho create alcune nuove, e intanto disegnavo.

In segreto. 

Ci sono voluti quasi nove mesi perchè chi mi era vicino riuscisse a convincermi a metterci la faccia, o almeno il nome!
Ed è apparso in bio, in una illustrazione, ma non ha mai preso il posto di Cuore Grande.

Diventare Cuore Grande è stato un viaggio lungo quasi come una gravidanza e onestamente non sono sorpresa.
Sì, perché l’altra cosa che che sono sempre stata è la Tata.

 

Un abbraccio,

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